Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una curiosa fuga di cervelli dal mondo Android.
29 Agosto 2013: dopo 5 anni Hugo Barra, Vice President, Android Product Management, passa alla cinese Xiaomi con la missione di esportare tale azienda nel mondo. 8 Agosto 2013: Jean-Baptiste Quéru lascia il comando del progetto AOSP (Android Open Source Project) dopo aver sollevato dei dubbi sull’operato di Qualcomm nel rilascio dei sorgenti dei driver per il nuovo Nexus 7. Da qualche giorno lavora per Yahoo!. 13 Marzo 2013: Andy Rubin, padre di Android e Senior Vice President of Mobile and Digital Content, abbandona la sua creatura per presunte divergenze riguardo alla fusione tra Google e Motorola.
Come mai Google ha permesso che ciò accadesse? Ecco una mia analisi:
Senz’altro nel 2013 Android ha permesso a Google di ottenere un grosso risultato, ossia diffondere e “monopolizzare” i servizi mobile del 70% della popolazione mondiale. La guerra per il dominio tecnologico nell’era del cloud a mio avviso, non si gioca più soltanto con i device e le battaglie sull’hardware (oramai relegate a sterili esercizi di stile) ma si combatte sul terreno dei servizi web, unica vera arma per ottenere quello che ha più valore online: la profilazione dei dati del cyberutente. Cosa mi ha portato a trarre queste conclusioni?
- l’ultimo Google I/O è stato incentrato completamente sui nuovi servizi e non sul Sistema Operativo o sui device (il nuovo Nexus 7 è stato presentato in sordina in un evento “minore”)
- Samsung vuole creare il suo framework autonomo di servizi anche attraverso un nuovo sistema operativo (Tizen) e strizzando l’occhio a BlackBerry e la sua numerosa utenza da conquistare.
- HTC non riesce a risanare il proprio bilancio proprio perchè non offre servizi esclusivi per i suoi utenti.
- Microsoft ha acquisito Nokia ma non riesce a trovare un accordo con Google per rilasciare l’applicazione Youtube per i suoi sistemi Windows Phone (a quanto pare Microsoft deve seguire strettamente le linee guida dettate da BigG)
- Apple sta cercando di abbandonare l’universo Google ed è sempre più orientata ai propri servizi, integrati perfettamente nel suo mondo dorato di clienti fidelizzati e altospendenti ma le app di Google sono sempre le più diffuse su iOs.
Altro fattore che permette a Google di dominare questo universo sono i Nexus, gli economici device, che fungono da linee guida ai produttori hardware per “perfezionare i device in base ai suoi servizi mobile”. I Nexus sono quindi, secondo il mio modesto parere, uno strumento di Google per uniformare il mondo dei servizi mobile a livello globale ed è per questo che costano poco: a BigG non interessa guadagnare sull’hardware proprio perchè la guerra si gioca sui servizi e non interessa venderne milioni e milioni perchè nel giro di 6 mesi dall’uscita delle sue linee guida aggiornate (ossia il nuovo Nexus con la nuova versione Android di turno) Samsung, LG, SONY, HTC e le altre case che si approcciano al mercato con una visione “classica” del marketing, diffonderanno il verbo (leggi: i servizi rinnovati) al popolo. Concludendo? Android sta morendo. O almeno Android come lo conosciamo sta finendo. Oramai quello del robottino verde è un sistema operativo maturo (tecnicamente), non più open source (in senso stretto) e che grazie a Google Play Services oramai è un ecosistema perfetto e globale per la profilazione dei vostri dati. Voi che ne pensate?
Commenta utilizzando Google+